e serri in un amplesso il verde stel
il simbolo sei tu di quell'amore
che incauto muta e il cor lascia nel gel?
Se tale, improvvida, ti fè natura, sei degno, misero,
delle danze lascive e del fragor
che nell'harem s'avviva, e dell'impura
schiava che inneggia quando sbocci, o fior.
E t'amo, e intesserti vorrei al serto che adorna il candido
fronte delle figlie dell'amor, dei re;
ma se cerca, il pensier, che sa il tuo merto,
trono più bello troverà per te.
Ti bacio, e trepido sul bianco sen de la mia vergine
con ansia arcana ti vorrei sposar;
ma se interrogo il cor mesto e sereno
bramo più santo e più lucente altar.
L'altar che illumina la madre mia con la sua immagine
irradiata da divin fulgor,
dove piango, ove prego e m'india
l'anima tutta in quell'immenso amor.
Eugenio Boselli
tulipano = onestà
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