fiori che cadono

mercoledì 25 agosto 2010

Mia beata e odiata solitudine



Alle volte sentivo la tua mano accarezzarmi il viso
come una mamma con il proprio figlio,
ma alle volte sentivo anche la tua mano stringermi il collo,
come un assassino con la propria vittima.

Volevo lasciarti.
La tua compagnia era troppo pesante per me.
Avevo bisogno di uno sguardo concreto
di una persona concreta e…
tu non lo eri.

Tu egoista
hai fatto di tutto perché io stessi ancora con te.
Mi hai fatto viaggiare con la musica
oltre i confini della realtà.
Mi hai fatto conoscere mondi
che non so.

Mi hai cullato su una foglia tremante d’autunno
mi hai fatto sfiorare cime innevate e respirare con il vento.
Di questo te ne sono grata…
ma ora ho bisogno di una mano concreta
e tu non ce l’hai.
da: web


erica = solitudine

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