Come dimenticare quella notte di 15 anni fa? Quindici anni sono trascorsi e sembra solo ieri.
Quella telefonata a mezzanotte, la voce di Giampaolo, il vostro medico, che mi annuncia che tu non ci sei più. Solo la mattina avevo sentito la tua voce inconfondibile ed indimenticabile che mi assicurava che tu e mamma stavate bene e come sempre mi spronavi a stare tranquilla e di non preoccuparmi per voi.
No, non poteva essere, non ci credevo o non volevo credere che non avrei più potuto sentire la tua voce.
Siamo partiti R. A. ed io come automi e tu con la tua mano ci hai guidati perché il viaggio proseguisse bene. Eravamo ammutoliti tutt’e tre ed abbiamo percorso i 600 km che ci separavano senza una parola. Ogni tanto questo silenzio veniva interrotto dalla voce di mio marito che diceva: “Mamma deve assolutamente venire subito a Roma con noi, non possiamo lasciarla sola”.
Man mano che ci avvicinavamo a casa dentro di me dicevo che era stato un brutto sogno e che saresti stato sul terrazzo di casa ad aspettarci.
Siamo arrivati, abbiamo salito quei venti gradini, non mi sono mai sembrati così tanti e pesanti, e mi sono resa conto che non era stato un brutto sogno ma la semplice realtà ti aveva portato via da noi. Giampaolo mi disse che un collasso circolatorio ti aveva stroncato in dieci minuti. La morte dei giusti, dissi io, e solo questa era la morte che dovevi fare tu perché sei sempre stato giusto con tutti; con chi si comportava bene e con chi non lo faceva. Hai aiutato sempre tutti.
Strinsi i denti e mi costrinsi a non piangere, lo dovevo fare per mamma, per mio marito e per mio figlio. Mi resi conto che dovevo prendere il tuo posto, il posto di chi doveva dare coraggio a chi non lo aveva.
Tu lo sapevi papà che volevo piangere, avrei voluto gridare ma tu mi hai aiutato a non farlo per loro, per le persone che tu ed io amavamo tanto.
Il tuo fiore preferito era la “Violetta africana” e nel linguaggio dei fiori il suo significato è: “illumina il mio cammino”, perciò da lassù ti prego papà continua ad illuminare il mio cammino che come vedi in questo periodo è molto faticoso.
Quella telefonata a mezzanotte, la voce di Giampaolo, il vostro medico, che mi annuncia che tu non ci sei più. Solo la mattina avevo sentito la tua voce inconfondibile ed indimenticabile che mi assicurava che tu e mamma stavate bene e come sempre mi spronavi a stare tranquilla e di non preoccuparmi per voi.
No, non poteva essere, non ci credevo o non volevo credere che non avrei più potuto sentire la tua voce.
Siamo partiti R. A. ed io come automi e tu con la tua mano ci hai guidati perché il viaggio proseguisse bene. Eravamo ammutoliti tutt’e tre ed abbiamo percorso i 600 km che ci separavano senza una parola. Ogni tanto questo silenzio veniva interrotto dalla voce di mio marito che diceva: “Mamma deve assolutamente venire subito a Roma con noi, non possiamo lasciarla sola”.
Man mano che ci avvicinavamo a casa dentro di me dicevo che era stato un brutto sogno e che saresti stato sul terrazzo di casa ad aspettarci.
Siamo arrivati, abbiamo salito quei venti gradini, non mi sono mai sembrati così tanti e pesanti, e mi sono resa conto che non era stato un brutto sogno ma la semplice realtà ti aveva portato via da noi. Giampaolo mi disse che un collasso circolatorio ti aveva stroncato in dieci minuti. La morte dei giusti, dissi io, e solo questa era la morte che dovevi fare tu perché sei sempre stato giusto con tutti; con chi si comportava bene e con chi non lo faceva. Hai aiutato sempre tutti.
Strinsi i denti e mi costrinsi a non piangere, lo dovevo fare per mamma, per mio marito e per mio figlio. Mi resi conto che dovevo prendere il tuo posto, il posto di chi doveva dare coraggio a chi non lo aveva.
Tu lo sapevi papà che volevo piangere, avrei voluto gridare ma tu mi hai aiutato a non farlo per loro, per le persone che tu ed io amavamo tanto.
Il tuo fiore preferito era la “Violetta africana” e nel linguaggio dei fiori il suo significato è: “illumina il mio cammino”, perciò da lassù ti prego papà continua ad illuminare il mio cammino che come vedi in questo periodo è molto faticoso.
Papà sei sempre e
sempre resterai
nel mio cuore.
violetta africana
Ci mancheranno sempre. Ma da Lassù ci hanno seguito da sempre.
RispondiEliminaTi voglio bene Mimma.
Grazie, Arcangela. Ti voglio bene anch'io, tu sei l'Angelo per tutte noi.
RispondiElimina