fiori che cadono

lunedì 19 luglio 2010

Amicizia ritrovata

Ho ritrovato l’amica di una volta
Prima mi sono fatta una chiacchierata con il figlio G. che è stato felicissimo di sentirmi e siccome quando ci siamo lasciati mi chiamava zia mi ha chiesto tre o quattro volte se poteva continuare a chiamarmi zia nonostante gli avessi dato subito una risposta positiva. Alla fine mi ha fatto piangere.
Mi ha raccontato che la mamma nel 2001 ha avuto una paresi a tutta la parte destra ed è rimasta danneggiata in modo irreversibile perciò costretta su una sedia a rotelle. Quando questo le è successo aveva solo 58 anni. G. che ha più di quarant’anni, ha dovuto cambiare radicalmente stile di vita. Da ragazzo con la mamma autosufficiente, piena di vita e tanto esuberante si è trovato solo ad accudirla in queste condizione.
Però grazie a lui i genitori, ci ha raccontato giustamente con orgoglio, si sono riavvicinati in modo che il padre si è dedicato completamente alla mamma, T, così lui ha potuto continuare il suo lavoro che lo portava spesso lontano da Roma.
Purtroppo i mali non vengono mai soli anche il papà si ammalò di un male incurabile al fegato e nel 2008 li ha lasciati completamente soli perché non hanno alcun parente vicino.
Certo che con la morte del padre il figlio ha dovuto cambiare radicalmente la sua vita. Il padre gli aveva ceduto il suo appartamento e G. lo stava rimettendo a posto per formarsi una sua famiglia invece dovrà venderlo per comprare quello dove abitano che è di un ente e l’hanno messo in vendita.
Di conseguenza il fidanzamento che dura da 10 anni si protrae, ha dovuto lasciare il lavoro e trovarne uno che lo tiene fisso a Roma e dedicarsi alla mamma. Naturalmente durante la settimana hanno la badante ma il sabato pomeriggio e la domenica lo dedica tutto a T.
E’ un figlio esemplare!!!!!!!!!.
Poi, con un’altra telefonata, ho parlato con T. ed ho sentito la sua solita voce esuberante ed abbiamo parlato del più e del meno. Certo è rimasta meravigliata di come io sia venuta a conoscenza di tutte queste loro peripezie ed io ho risposto che internet fa anche questi miracoli. Abbiamo parlato come due vecchie amiche che hanno sempre mantenuto i loro rapporti. Certo non è mancata qualche lacrimuccia da ambo le parti ma questo a volte succede anche quando due amiche sono sempre state vicine partecipando a gioie e dolori che si incontrano nella vita.
Mi ha raccontato della sorella che vive a Milano e che io avevo a suo tempo conosciuto. E’ vedova con un figlio fannullone che non fa altro che chiedere soldi alla mamma.
Ci siamo lasciate con la promessa di risentirci e quando ci siamo salutati G. mi ha promesso che a settembre ci incontreremo in un bar qui vicino a casa nostra perché il nostro ingresso ha ancora le barriere architettoniche.
Ora prima di trasferirmi al mare le ritelefonerò, anzi lei si è meravigliata che ancora non siamo andati. Ed abbiamo ricordato quando loro tre sono venuti a trovarci ed abbiamo trascorso una bellissima giornata con loro ed i nostri quattro genitori. La memoria non ha riportato alcun danno.
Mi domando: “sarà un bene o un male?”.
La risposta non la conosco.
gardenia = solidarietà

venerdì 16 luglio 2010

COME IL RAMO DEL BIANCOSPINO

Nella dolcezza della primavera
i boschi rinverdiscono, e gli uccelli
cantano, ciascheduno in sua favella,
giusta la melodia del nuovo canto.
E' tempo, dunque, che ognuno si tragga
presso a quel che più brama.
Dall'essere che più mi giova e piace
messaggero non vedo, né sigillo:
perciò non ho riposo né allegrezza,
né ardisco farmi innanzi
finché non sappia di certo se l'esito
sarà quale domando.
Del nostro amore accade
come del ramo del biancospino,
che sta sulla pianta tremando
la notte alla pioggia e al gelo,
fino a domani, che il sole s'effonde
infra le foglie verdi sulle fronde.
Ancora mi rimembra d'un mattino
che facemmo la pace tra noi due,
e che mi diede un dono così grande:
il suo amore e il suo anello.
Dio mi conceda ancor tanto di vita
che il suo mantello copra le mie mani!

Guglielmo d'Aquitania
biancospino = speranza

mercoledì 14 luglio 2010

La dalia

Beltà effimera

Conosco un'ambiziosa giovinetta,
avida sol di lodi e di piaceri,
cui lo specchio, il balcone e la toeletta
son gravi, importantissimi, pensieri:
che neppur sogna di adornar la mente
di pregi che la rendano piacente:
che neppur sogna di educare il core
di virtù che risvegliano l'amore:
contenta di brillar come una stella,
e di sentirsi sussurrare: è bella!

Conosco un fiore, splendido e pomposo,
che s'aderge su tutti nel giardino;
d'un abito sì altero ed orgoglioso
che sembra sprezzi ogni altro fiorellino:
che né a sol sfavillante o a molle rezzo
non tramanda un gentile e vivo olezzo:
che non ha olezzo né si fa pregiare
per alcuna virtude salutare:
pago della smagliante e ricca vesta
che primo al passegger lo manifesta.

O fiore, o giovinetta, è il tempo breve
che ber n'è dato d'Aretusa al fonte,
dopo il zeffiro e il sol cade la neve,
e il suo bacio letal gela la fronte:
a insipida beltà non v'affidate
troppo presto ne lascia desolate!
Non vi affidate solo allo splendore
che si muor quando primavera muore,
ma sappiate che sola la virtude
può render caro il fior di gioventude.

Gemma Giovannini
dalia = precarietà.

sabato 10 luglio 2010

Una vecchia amicizia

Ho o avevo una carissima amica che abitava vicino a noi, un'amicizia nata per puro caso: una simpatia o qualcosa che io non so descrivere. Ci siamo conosciute in treno, io tornavo da Venezia ed anche lei da Venezia si stava trasferendo a Roma dopo il viaggio di nozze. Un sorriso, uno sguardo accattivante però senza scambiarci una parola durante tutto il viaggio. Mentre arrivavamo a Roma ho sentito che parlavano fra marito e moglie della zona dove abitiamo noi ed io, timida per natura, non so come feci a chiedere loro se abitavano qui. Lei acconsentì e mi disse che era preoccupata perchè conosceva poco Roma e questa zona per nulla. Io le diedi il mio indirizzo offrendomi di aiutarla se avesse avuto bisogno di qualcosa però non le chiesi il suo visto che lei non me lo aveva proposto.
Dopo 15 giorni si presentò piangendo perchè non riusciva ad ambientarsi e si trovava molto a disagio. Io l’aiutai molto volentieri e simpatizzammo tanto che diventammo amiche intime ed anche i nostri mariti diventarono amici.Dopo quasi vent’anni di matrimonio divorziarono per incompatibilità di carattere, d’altronde io e mio marito c'eravamo accorti che non potevano andare d’accordo. Lei di Venezia, lui di Bari e lavorava a Roma si erano conosciuti in villeggiatura sulle Dolomiti, c’erano 11 anni di differenza di età e si sposarono dopo nemmeno un anno di fidanzamento. Lei era una ragazza estroversa mentre lui era completamente all’opposto, dico ragazza perché è otto anni più giovane di me. Le liti erano continue e lei si confidava sempre con me. Avevano avuto un figlio e restavano uniti per lui ma quando questo fu abbastanza grande fecero il grande passo lasciando scegliere al figlio con chi preferiva stare ed il figlio scelse la madre.
Cambiarono casa ed andarono ad abitare all’altro capo della città e così la lontananza in una città come Roma fece finire l’amicizia. Però capisco anche che non è stata solo la lontananza ma per lei doveva essere molto disagevole vedere l’amore che legava me e mio marito.
I casi della vita a volte sono molto strani. Mio figlio tramite FB è diventato amico del suo ed informandosi a vicenda sulla salute delle famiglie ha saputo che il papà è morto e la mamma nel 2001 ha avuto una paresi. Io gli ho mandato subito un messaggio rifacendomi all’amicizia che c’era stata fra noi. Questa mattina è arrivata la sua risposta confermandomi quanto si erano detti con mio figlio e dicendomi che dal 2001 è su una sedia a rotelle assistita durante la settimana da una badante ed alla domenica da lui inoltre mi ha dato il loro numero di telefono.
La notizia mi ha sconvolto ed ora spero di trovare il coraggio di telefonare, cercherò di telefonare di domenica quando c’è il figlio a casa perchè non so quale possa essere la sua reazione
Glicine = amicizia sincera

martedì 6 luglio 2010

La margherita

O fiorellino, me lo devi dire
se del mio damo mi posso fidare;
per la pietà di non mi far morire
questo segreto non mi dei celare.
Dimmelo, in carità, non mi tradire,
ché troppo male mi potresti fare!

Non mi vuol bene… me ne vuole… oh Dio!
Sei pur crudele, fiorellino mio!
L'ultima foglia è l'ultima parola…
O poveretta me, ce n'è una sola!
Una ce n'è, ma quella che mi dice
ch'ei mi vuol tanto bene… e son felice!
Marianna Giarrè-Billa
Margherita = Innocenza, Amore fedele, Semplicità , Pazienza